I medici di domani a scuola di genetica

Uno degli ostacoli che sembra frenare maggiormente la diffusione della medicina personalizzata è, a detta di molti, la mancanza di competenze adatte nella classe medica. Negli Stati Uniti i servizi di personal genomics acquistabili direttamente dal consumatore sono sempre più utilizzati, e sempre più spesso capita che si presentino nello studio del proprio medico pazienti muniti del proprio identikit genetico. Questo report è ottenibile in modo molto semplice con un paio di clic sul sito della 23andMe o di altre aziende affini, ma gli stessi medici ammettono di non avere le competenze adatte per valutare questa nuova tipologia di informazioni, al fine di prescrivere cure personalizzate sul genoma del paziente.

Il primo passo verso la creazione di una generazione di medici istruiti sulle tematiche della personal genomics è stato fatto dalla Scuola di Medicina dell’Università di Stanford. In questi giorni, gli studenti stanno infatti seguendo un corso di otto settimane denominato Genomics and Personalized Medicine, grazie al quale potranno imparare come interpretare i risultati di un test genetico, così da essere in grado un giorno di curare i propri pazienti pienamente consapevoli del loro profilo di rischio genetico. La particolarità di questo corso è che i partecipanti possono facoltativamente richiedere di studiare il proprio DNA, analizzabile a prezzo ridotto da Navigenics o 23andMe. La Summer School di quest’anno, oltre ad avere un grande valore educativo, permetterà anche di capire meglio come le persone reagiscano davanti ai risultati di un test genetico che, ad esempio, potrebbe rivelare predisposizioni genetiche a gravi malattie come il cancro. La scuola estiva di genomica è stata ideata un anno fa, ma il programma definitivo è stato deciso dal giovane Keyan Salari (nella foto) solo dopo numerose revisioni, proprio a causa delle implicazioni psicologiche che ci sarebbero nel far analizzare agli studenti il loro stesso DNA.

Il nostro genoma custodisce preziose informazioni che ci aiuterebbero a prevenire le malattie e a curarci meglio. In molti casi, tuttavia, è difficile comprendere il reale significato di una predizione basata su fattori di rischio che spesso sono il risultato di analisi statistiche: se ad esempio scoprissi grazie a un test genetico di avere una probabilità di ammalarmi di Alzheimer superiore alla norma, come questo influirebbe nella mia vita di tutti i giorni? Posso evitare di ammalarmi o il mio destino è segnato? E di quali armi dispongo per fare prevenzione? A queste domande non può certo rispondere il comune cittadino, perché giustamente non è tenuto a conoscere la genetica. Tocca al medico utilizzare tutte le informazioni a propria disposizione per curare i pazienti che si rivolgono a lui, e molte di queste informazioni sono proprio scritte nel nostro codice genetico. Per questo motivo, la formazione di medici competenti è di primaria importanza per riuscire a tradurre in qualcosa di utile le scoperte che ogni giorno arrivano dalla ricerca genomica.