Fraintendimenti genetici: la magrezza estrema non è una bella cosa

Io non lo so se chi scrive certi articoli è realmente consapevole delle proprie azioni, però propendo per il no. Tutto ha inizio quando un gruppo di ricercatori dell’Imperial College di Londra e dell’Università di Losanna scopre che la duplicazione di un pezzo del cromosoma 16 alza di 3 volte la possibilità di essere sottopeso negli uomini, e di 5 volte nelle donne. La scoperta è interessante dal punto di vista scientifico perché l’alterazione genetica opposta (eliminazione di un gene invece della sua duplicazione) produce un fenotipo speculare: chi è privo di una copia di particolari geni in questo segmento di DNA ha un rischio obesità aumentato di 43 volte. Questo è quello che dice la ricerca, pubblicata su Nature.

Ho letto però un articolo intitolato Mangiare di tutto e non ingrassare: è merito dei geni skinny che esalta questi geni come la grande fortuna delle donne magre. Cito: “La percentuale di diffusione è abbastanza ampia, anche se non sufficiente a fare la felicità di molte persone. Capita, infatti, a una persona su 2000.” O ancora “Se questi geni si replicano, si trasformano in skinny genes, cioè proteine che regalano magrezza per tutta la vita.” Bastava leggere l’inizio dell’abstract di questo lavoro per scoprire che l’estrema magrezza, così come l’obesità, è associata a una mortalità più elevata. E che un indice di massa corporea inferiore a 18,5 rappresenta il segnale di tutta una serie di problemi di salute che non auguro a nessuno.

Generalmente io non mi strappo i capelli quando leggo strafalcioni negli articoli che parlano di scienza, semmai ci rido su. Quando però si gioca con la salute delle persone, stravolgendo il significato di una ricerca per promuovere il mito della magrezza estrema (alla Kate Moss per intenderci), beh allora lì un po’ mi infastidisco.

7 pensieri riguardo “Fraintendimenti genetici: la magrezza estrema non è una bella cosa

  1. Purtroppo esistono anche cose peggiori, ad esempio network di ragazze molto giovani che inneggiano alla “dea anoressia” o alla “dea buli(mia)”.
    Mi viene da precisare subito che trovare connessioni causali tra media e problemi alimentari non è saggio. Anche perché, al di là di affermare di stare in guardia verso queste stupidaggini, c’è da aggiungere che i problemi alimentari hanno profonde radici all’interno delle famiglie e delle loro storie.
    Voglio dire, la società coi suoi valori e la forza dei suoi costumi ha un forte peso nell’indirizzare gusti e abitudini. Ma fino ad un certo punto. Perché ci sono tanti contrappesi che riescono a rimediare a derive assurde come questi tipi di messaggi da te riportati.
    Tendenzialmente il problema va spostato sulle dinamiche familiari (per mia esperienza clinica; le statistiche sono difficili da trovare).

  2. Sì immagino che quanto accade nelle famiglie sia ancora più importante per il singolo caso.. Però, come la teoria dei network insegna, se un messaggio passa attraverso un “hub” con un elevato numero di connessioni si diffonderà più velocemente in tutta la rete. I giornali e i siti internet dovrebbero riflettere di più sulla loro capacità di condizionamento..

  3. Secondo me avete ragione tutti e due.
    Le dinamiche familiari sono primarie nello sviluppo dei disturbi alimentari e però anche il contesto sociale ha il suo peso. Soprattutto in una società come questa, con tanti adolescenti in cerca di identità allo sbando, pronti ad uniformarsi a qualsiasi modello gli conceda un senso di appartenenza e in cui tante volte, purtroppo, le famiglie non hanno la giusta presenza(perchè sì, comunque la prima responsabilità è della famiglia).. in una società così magari si potrebbe smettere di passare il messaggio che “magro è bello”, il che non significa mettersi a dire che “grasso è bello” come sta succedendo in certi contesti!
    Magari iniziare a dire che”sano è bello”?Sarebbe una rivoluzione!

  4. Io me la prenderei anche con chi dice che la deprivazione calorica allunga la vita (ma poi che vita è senza energia?!?!) non mi pare che puoi rimanere normopeso con quelle calorie (a meno di stare sdraiato tutto il giorno, sai che entusiasmo!) e se sotto l’indice 18,5 la salute vacilla proprio non saprei che dire a quelli che la propugnano.

    Io cmq ho indice 25, al limite superiore per i medici, ma se sei muscoloso non vedo alternative: vivere a minima energia non mi pare vita.

  5. Io all’influenza dei media sui disturbi alimentari credo poco.
    Parlo da (quasi) ex-bulimica.
    Ho cominciato a 15 anni a non mangiare, arrivare ad un bmi pari a 15, per poi trovarmi un anno dopo con il problema opposto: passare le giornate a rimpinzarmi e ad eliminare cibo, una tortura che è andata avanti per altri 10 anni.
    Ho una bella famiglia, il problema è sempre stato nella mia mente. Non ho mai percepito l’amore altrui.
    Non sono mai stata una seguace delle mode, ho sempre fatto di testa mia qualsiasi cosa.
    Non mi reputo una persona debole, che si fa influenzare dal parere altrui, né una persona stupida.
    Ho sempre e solo preteso troppo da me stessa, ho sempre aspirato alla perfezione (denominatore comune in molti casi di dca), massacrando il mio spirito, i miei nervi, il mio corpo.. Solo per essere la prima a scuola, all’università, negli hobby extrascolastici, negli sport.
    Credo al contrario che i dca abbiano una forte componente genetica..
    Chiedo scusa se magari si è trattato dell’argomento in passato su questo blog (scoperto da poco), sarebbe bello eventualmente approfondire l’argomento.. (ammetto che, per come son fatta, mi metterei a scandagliare minuziosamente la letteratura e perderci un sacco di tempo, cosa, quest’ultima, che al momento scarseggia assai nel mio caso…).
    Spero di leggere qualcosa su questo tema prossimamente 🙂

    1. Ciao Laura, grazie per aver voluto condividere la tua esperienza. Hai ragione, una persona viene spinta a certi comportamenti da fattori diversi, i media c’entrano poco! Quello che volevo segnalare con questo articolo, però, era il fatto che comunque chi fa informazione dovrebbe stare attento a lasciar passare i messaggi corretti. Perché contribuire ad alimentare un problema in una persona che magari è già psicologicamente fragile?

      Non ho mai trattato bulimia e anoressia nel mio blog, mi hai dato lo spunto per farlo prossimamente. Ho dato un’occhiata al sito HuGENavigator, che mi riporta 67 pubblicazioni sulla genetica della bulimia e 82 sull’anoressia: dev’esserci sicuramente una componente genetica dietro questi disturbi, ma non so dirti al momento quanto questa sia rilevante. Mi informo e ci scrivo un post appena riesco! 🙂

Lascia un commento